Luchsinger JA et al. (2008)
Higher folate intake is related to lower risk of Alzheimer’s disease in the elderly.
J Nutr Health Aging. 12(9):648-50. No abstract available.
Consumare elevate dosi di folati tramite la dieta giornaliera e l’assunzione di integratori alimentari riduce il rischio di sviluppare la demenza di Alzheimer (AD), indipendentemente dalla presenza di altri fattori di rischio (come stroke e malattie cardiache) e dal consumo di vitamina B6 e B12.
Lo dimostra questo studio, pubblicato lo scorso novembre sul JNHA, nel quale è stata valutata la dieta giornaliera di 965 anziani, dementi e non, per un periodo di circa sei anni. Il regime alimentare quotidiano è stato valutato analizzando le informazioni raccolte con il Semi-quantitative Food Frequency Questionnaire, riguardanti il consumo di folati tramite dieta o integratori, l’apporto totale di folati (dieta più integratori), l’assunzione di vitamina B6 e B12.
I risultati mostrano appunto come l’apporto totale di elevate dosi di folati sia associato ad una diminuzione del rischio di sviluppare AD. L’ assunzione di folati solo tramite dieta o integratori, non risulta invece associata al rischio di AD in alcun modo, così come il consumo di vitamina B6 e B12.
La riduzione del rischio di malattia associata all’apporto di folati potrebbe essere dovuta alla loro capacità di diminuire gli elevati livelli di omocisteina, fattore di rischio associato all’AD, tuttavia il meccanismo sottostante resta ancora da chiarire. Ragion per cui la loro somministrazione deve essere prescritta con cautela, considerando che i folati non sono del tutto esenti da affetti avversi: sono indicati per il trattamento di stati vitaminici deficitari ben documentati, ma non per il trattamento o la prevenzione dei disturbi cognitivi quali l’AD.