Baruch K. et al. (2016)
PD-1 immune checkpoint blockade reduces pathology and improves memory in mouse models of Alzheimer’s disease.
Nat Med.
Secondo un report apparso su Nature Medicine il 18 Gennaio di quest’anno, l’immunoterapia con l’anticorpo anti PD-1 pembrolizumab sembra “ripulire” il cervello dalle placche beta-amiloide, migliorando le prestazioni mnestiche, in un modello animale della malattia di Alzheimer. Gli autori dell’articolo hanno testato l’effetto di questo anticorpo in topi 5XFAD dell’età di 10 mesi, che hanno accumulato una significativa quantità di placche beta-amiloide. I ricercatori, mediante somministrazione intraperitoneale, hanno eseguito due iniezioni del farmaco, a distanza di 3 giorni l’una dall’altra. Alcuni animali sono stati sottoposti ad un secondo ciclo di trattamento il mese successivo. Il carico di amiloide nell’ippocampo e nella corteccia cerebrale era dimezzato dopo una settimana dall’iniezione, rispetto alla situazione di partenza. Inoltre, i topi sottoposti ad un secondo ciclo di trattamento avevano un carico di amiloide addirittura minore. I benefici del trattamento sembrano essersi propagati anche al comportamento dal momento che i topi trattati avevano prestazioni migliori al test del labirinto acquatico rispetto ai topi di controllo non trattati. Inoltre, quegli animali sottoposti ad un secondo ciclo di iniezione riportavano prestazioni al test quasi paragonabili a quelle dei topi non portatori di mutazioni per l’amiloide. La maggiore efficacia data dalla ripetizione della dose del farmaco viene suggerita anche dal fatto che i topi sottoposti ad un solo ciclo di iniezioni ritornavano allo stato cognitivo precedente. Questi risultati sono stati testati anche in topi APP/PS1 in cui l’anticorpo PD-1 ha dimostrato capacità di riduzione delle placche beta-amiloide per estensione e numero. Nessun miglioramento cognitivo è stato tuttavia riportato in questi topi.