A cura di Anna Mega

Lai FH, Yan EW, Yu KK, Tsui WS, Chan DT, Yee BK.
The Protective Impact of Telemedicine on Persons With Dementia and Their Caregivers During the COVID-19 Pandemic.
Am J Geriatr Psychiatry. 2020 Nov;28(11):1175-1184. doi: 10.1016/j.jagp.2020.07.019.

La pandemia di COVID-19 ha molto limitato la possibilità di accesso ai servizi di comunità, da sempre fondamentali per le persone affette da demenza e i loro caregivers e il solo supporto telefonico potrebbe non essere più sufficiente in questa oramai prolungata emergenza sanitaria. Un recente studio pubblicato sulla rivista American Journal of Geriatric Psychiatry ha così indagato se la telemedicina supplementare tramite l’utilizzo di piattaforme di videoconferenza potesse apportare maggiori benefici a questa tipologia di utenza. Gli autori hanno così coinvolto sessanta diadi paziente-caregiver, le quali sono state monitorate per quattro settimane, durante le quali il gruppo di intervento – composto da 30 diadi – è stato supportato settimanalmente sia con i classici contatti telefonici (dedicati esclusivamente ai caregivers), che attraverso videoconferenze dedicate sia al paziente che al caregiver; il gruppo di controllo – costituito dalle restanti 30 diadi – è stato supportato attraverso il solo contatto telefonico ai caregivers. Prima dell’intervento e al suo termine, i pazienti sono stati sottoposti a valutazione cognitiva, mentre i caregivers sono stati esaminati circa la propria percezione di qualità di vita, il senso di autoefficacia, il burden percepito, comportamenti problema osservati nel proprio caro. I risultati hanno evidenziato come la telemedicina tramite teleconferenza generasse un maggior grado di resilienza e benessere sia nei pazienti che nei caregivers, rispetto al solo supporto telefonico, e i benefici erano visibili già dopo quattro settimane dall’intervento. Nell’attuale momento di emergenza, in cui il distanziamento sociale è necessario, appare quindi opportuno considerare questo metodo di intervento.

È possibile visionare l’articolo al seguente link:

https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/32873496/