Morley JE et al. (2015)
Brain Health: The Importance of Recognizing Cognitive Impairment: An IAGG Consensus Conference.
J Am Med Dir Assoc. 16:731-739.
La cognizione, ovvero la capacità di apprendere, risolvere i problemi, ricordare ed utilizzare le informazioni memorizzate è la chiave per un invecchiamento in salute e di successo. Diverse condizioni associate all’età, influenzano negativamente tutte queste capacità tanto che, dall’età di 70 anni, il 16% delle persone presenta decadimento cognitivo lieve e il 14% demenza. Data l’importanza del mantenimento della salute cognitiva, sia per l’individuo che per la società, a marzo, l’Associazione Internazionale di Gerontologia e Geriatria (IAGG) ha convocato un gruppo di esperti (neurologi, geriatri, psicologi, psichiatri e assistenti sociali) per discutere l’importanza del riconoscimento precoce di disturbi cognitivi. Si è giunti alla conclusione che tutte le persone che abbiano compiuto 70 anni o più dovrebbero sottoporre le proprie funzioni cognitive ad una valutazione almeno annuale recandosi dal proprio medico. Tale valutazione, che dovrebbe essere sia soggettiva (personale) che oggettiva (attraverso l’utilizzo di test), porterebbe diversi vantaggi. Innanzitutto, quello di identificare le cause trattabili di declino cognitivo come, ad esempio, depressione, disturbi metabolici, apnea notturna, isolamento o deprivazione sensoriale oppure l’utilizzo di particolari farmaci. Inoltre, mette il medico nella condizione di fornire indicazioni al paziente rispetto allo stile di vita da seguire per tentare di rallentare il declino cognitivo; diversi studi, infatti, dimostrano che mantenersi attivi dal punto di vista fisico e mentale, seguire una dieta sana e controllare i fattori di rischio cardiovascolari riducono la probabilità di sviluppare problemi cognitivi. Per di più, sapere se un paziente è in grado di ragionare e ricordare rassicura il medico rispetto al fatto che seguirà le sue prescrizioni. In aggiunta, il preparare adeguatamente i pazienti e i famigliari al rischio, eventuale, di sviluppare demenza permetterebbe alle famiglie di pianificare il futuro rispetto a questioni importanti come la gestione del denaro o la guida. Idealmente, i pazienti dovrebbero essere seguiti nel tempo in modo da evidenziare qualsiasi cambiamento nelle prestazioni. L’auspicio è che questo modo di procedere, attualmente solo raccomandato, possa diventare prassi nella pratica clinica in modo da ritardare e ridurre gli effetti del decadimento cognitivo sulla persona e la sua famiglia.