A cura di Sara Gipponi
Dementia Care Comes Home: Patient and Caregiver Assessment via Telemedicine.
Allison Lindauer, Adriana Seelye, Bayard Lyons, Hiroko H. Dodge, Nora Mattek, Katherine Mincks, Jeffrey Kaye, and Deniz Erten-Lyons.
The Gerontologist, 2017, Vol. 57, No. 5, e85–e93 – doi:10.1093/geront/gnw206
Dal momento che il numero dei malati di demenza continua ad aumentare, è necessario andare incontro ai loro bisogni e a quelli di chi li assiste (caregivers) anche attraverso modelli innovativi di cura. Per molte famiglie, infatti, l’accesso all’assistenza è limitato da barriere geografiche, fisiche e/o psicologiche. Per esempio, i sintomi comportamentali del malato, come l’ansia, l’agitazione oppure l’apatia, potrebbero rendere il viaggio verso la clinica una situazione stressante e difficile da gestire. Per mantenere il livello di assistenza adeguato e per garantire al paziente il maggior benessere possibile, potrebbe essere opportuno utilizzare la telemedicina, ovvero l’insieme di tecniche mediche ed informatiche che permettono la cura di un paziente a distanza e/o forniscono servizi sanitari a distanza. Nel campo della demenza tale approccio è stato utilizzato a partire dagli anni ’90 e questo studio americano, svolto con la collaborazione di 33 coppie malato-caregiver, ha l’obiettivo di valutarne la fattibilità e l’affidabilità rispetto ad una visita di persona. L’aspettativa è che la telemedicina riduca il carico assistenziale, minimizzi i disagi creati dagli spostamenti mantenendo, però, la qualità della valutazione. Sia i clinici che i pazienti hanno ritenuto soddisfacente tale modalità; infatti, le valutazioni sia cognitive che funzionali effettuate sono state ritenute valide ed attendibili. Sono sicuramente necessari ulteriori studi in merito, ma ci si augura che l’avvento e l’utilizzo delle nuove tecnologie nell’ambito della demenza possa permettere ad un numero maggiore di malati di accedere alle cure e ad un numero crescente di caregiver e familiari di reperire informazioni utili sul loro difficile ruolo e di essere più facilmente supportati nella gestione del proprio caro malato.
Potete trovare l’articolo originale al seguente link.
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/28158415