A cura di Cristina Festari
Un gruppo di ricercatori inglesi si è posto l’interrogativo di capire se esistono differenze nella presa in carico sanitaria e assistenziale delle persone affette da demenza attribuibili a fattori socio-economici, quali il risiedere in aree più svantaggiate, o di genere. Pertanto, hanno analizzato 68.061 cartelle cliniche di pazienti affetti da demenza, non residenziali, e 259.337 di persone cognitivamente integre.
Il primo dato preoccupante emerso rivela che, a prescindere dallo status, solo la metà delle persone affette da demenza esegue la visita annuale di controllo. Inoltre, rispetto agli uomini, le donne in generale, ma soprattutto quante affette da demenza, ricevono meno assistenza sanitaria di base (che comprende il monitoraggio annuale del peso e della pressione arteriosa e i controlli clinici) e assumono più farmaci psicotropi (sedativi o antipsicotici) che, a lungo termine, possono avere un impatto negativo sulla loro salute fisica generale.
Ridurre queste disuguaglianze e migliorare l’accesso delle persone con demenza alla assistenza sanitaria di base, sensibilizzando in primis i medici di base a rivedere la condizione dei loro assistiti regolarmente, potrebbe garantire a questi paziente uno stato di benessere migliore per un tempo maggiore.
Potete trovare ulteriori informazioni al seguente link.
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/27916749