A cura di Roberta Baruzzi
Il gene APOE rappresenta il principale fattore di rischio genetico per la malattia di Alzheimer (AD) e l’associazione risulta più forte nelle donne che negli uomini, in particolare tra i 55-70 anni. Non appare altresì chiaro il meccanismo alla base di queste differenze di genere. Un recente studio pubblicato su JAMA Neurology ha voluto indagare questo aspetto considerando l’associazione tra APOE e alterazioni neuropatologiche caratteristiche dell’AD legate alle proteine beta-amiloide (Aβ) e Tau (T). Questo studio multi-coorte ha coinvolto pazienti con AD ed anziani sani, che fossero stati sottoposti a genotipizzazione e ad un prelievo del liquido cerebrospinale (CSF), e un sottogruppo con dati autoptici. Per 1798 soggetti erano disponibili i dati del CSF (Aβ e T), per 5109 i dati post-mortem (accumulo di T in grovigli neurofibrillari). Dalle analisi effettuate, è emersa un’associazione tra APOE e livelli di T nel CSF più evidente nelle donne rispetto agli uomini, in particolare in coloro che mostrano elevati livelli di amiloidosi, mentre non sono emerse differenze di genere significative tra APOE e Aβ o tra APOE e accumuloo di T post-mortem. Gli autori suggeriscono che tali risultati si spiegano considerando che APOE possa modulare il rischio di neurodegenerazione a seconda del sesso. Tra le numerose interpretazioni possibili della differenza di genere osservata rispetto a T nel CSF, i cambiamenti ormonali legati alla menopausa rappresentano dei potenziali aspetti da indagare.
L’articolo originale è disponibile al seguente link:
https://jamanetwork.com/journals/jamaneurology/fullarticle/2679880