A cura di Monica Almici

Graham SA, Lee EE, Jeste DV, Van Patten R, Twamley EW, Nebeker C, Yamada Y, Kim HC, Depp CA.
Artificial intelligence approaches to predicting and detecting cognitive decline in older adults: A conceptual review. Psychiatry Res. 2020 Feb;284:112732.

L’Intelligenza Artificiale (AI) permea tantissimi campi del sapere e dell’agire umano.
Una recente revisione della letteratura ha indagato quanto l’AI sia utilizzata in ambito medico al fine di identificare i deficit cognitivi in età geriatrica, dare loro una chiara etichetta diagnostica e definirne la prognosi. 

A causa del continuo diffondersi delle demenze e dell’assenza di trattamenti efficaci, la possibilità di identificare all’esordio le persone con lievi deficit cognitivi e comprendere la traiettoria di sviluppo dei deficit potrebbe favorire interventi precoci volti a ritardare l’esordio della demenza.

Gli autori hanno revisionato le pubblicazioni scientifiche in cui veniva utilizzata l’AI per lo studio del decadimento cognitivo; sono stati identificati sei pool di dati a cui l’AI è stata principalmente applicata:

  • Dati sociodemografici
  • Valutazioni cliniche e psicometriche
  • Dati neurofisiologici e di neuroimmagine
  • Registri elettronici con dati di salute di popolazioni cliniche
  • Valutazioni innovative (quali ad esempio l’analisi dei movimenti tramite raggi infrarossi posizionati al domicilio, dispositivi elettronici indossabili per il monitoraggio delle attività quotidiane, registratori vocali per l’analisi del linguaggio).
  • Genoma e altri dati omici.

Nessuno dei campi indagati si è rilevato in grado di identificare con precisione quei soggetti che nel tempo avrebbero sviluppato un decadimento cognitivo e/o una demenza, né di fare accurate previsioni sulla prognosi dei deficit rilevati.

Gli autori concludono l’articolo affermando che l’utilizzo dell’intelligenza artificiale, ancora agli albori nel campo dell’assistenza sanitaria, potrebbe essere in grado, nel futuro, di trasformare il modo in cui facciamo diagnosi e trattiamo i pazienti con disturbi neuro-cognitivi. Tuttavia, per raggiungere tale scopo sarà necessario che gli studiosi di AI si interfaccino massivamente con i clinici, al fine di sviluppare algoritmi che abbiano validità ed attendibilità maggiori rispetto a quanto sviluppato sino ad ora.

Potete trovare ulteriori informazioni al seguente link: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/31978628