A cura di Elena Rolandi
Interactive Associations of Vascular Risk and β-Amyloid Burden With Cognitive Decline in Clinically Normal Elderly Individuals: Findings From the Harvard Aging Brain Study.
Rabin JS, Schultz AP, Hedden T, Viswanathan A, Marshall GA, Kilpatrick E, Klein H, Buckley RF, Yang HS, Properzi M, Rao V, Kirn DR, Papp KV, Rentz DM, Johnson KA, Sperling RA, Chhatwal JP.
JAMA Neurol. 2018 May 21. doi: 10.1001/jamaneurol.2018.1123. [Epub ahead of print]
L’identificazione precoce di persone con un aumentato rischio di sviluppare la malattia di Alzheimer (AD) è un elemento cruciale per programmare interventi preventivi efficaci, prima della manifestazione dei sintomi clinici. Scopo del presente studio è stato quello di valutare gli effetti del rischio cardiovascolare sul declino cognitivo nell’arco di circa 4 anni in 223 anziani cognitivamente sani, e l’eventuale interazione con i livelli di amilodosi cerebrale (Aβ) misurata tramite PET. Il rischio cardiovascolare (r-CVD) è stato misurato tramite un punteggio precedentemente validato che sintetizza le seguenti informazioni: età, sesso, trattamento anti-ipertensivo (si/no), pressione sistolica, indice di massa corporea, storia di diabete (si/no), essere fumatori attualmente (si/no). Tramite modelli lineari a effetti misti sono stati trovati effetti indipendenti e di interazione tra r-CVD e Aβ, suggerendo un effetto sinergistico di questi due fattori sul cambiamento nel tempo delle performance cognitive. Inoltre, r-CVD rimaneva significativamente associato al declino cognitivo anche in un modello che controllava per i più comuni indici di neuroimmagine usati a scopo diagnostico: metabolismo cerebrale all’interno di regioni vulnerabili per AD, volumi ippocampali, iperintensità nella sostanza bianca corticale. Infine, stratificando il campione in base alla presenza/assenza di elevato r-CVD e/o elevata Aβ è stato dimostrato un effetto additivo e indipendente, in cui il peggioramento cognitivo era maggiore quando entrambi i fattori erano presenti. La misurazione di r-CVD potrebbe essere quindi un metodo efficace ed economico da utilizzare in combinazione con marcatori di neuroimmagine per selezionare persone sane con un maggiore rischio di sviluppare declino cognitivo negli anni successivi.
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