A cura di Cristina Festari
Una recente metanalisi, ossia una revisione sistematica della letteratura scientifica riguardante uno specifico quesito, suggerisce che l’attività fisica aerobica migliora, oltre alle funzioni cardiovascolari, anche quelle cognitive e cerebrali.
Gli autori sono giunti a queste conclusioni analizzando 19 articoli pubblicati su riviste scientifiche, condotti tra il 2002 e il 2015, che descrivevano gli effetti dell’attività fisica sulle capacità cognitive in 1.145 persone con familiarità per o con diagnosi di malattia di Alzheimer, sia prodromico che conclamato. La maggior parte dei partecipanti era di sesso femminile (71%); l’età media era di 77 anni. Poco più della metà dei soggetti ha partecipato a un programma di esercizi aerobici o a un programma aerobico più un intervento di allenamento di resistenza. Il resto dei partecipanti, invece, ha ricevuto solo le tradizionali cure.
Gli esercizi aerobici comprendevano camminata veloce, jogging, nuoto, ciclismo e altre attività che aumentano la frequenza cardiaca e rafforzano il cuore e i polmoni. In media, i partecipanti si sono allenati 3,5 giorni alla settimana a intensità moderata, ciascuna sessione è stata della durata di 30-60 minuti. Mentre i programmi testati in alcuni degli studi erano brevi, ad esempio 8 settimane, altri duravano più di 6 mesi.
In sintesi, l’esercizio fisico, soprattutto quello aerobico, può ritardare il declino cognitivo.
Potete trovare ulteriori informazioni/l’articolo originale al seguente link.
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/29363108