Pitkälä KH et al. (2013)
Effects of the Finnish Alzheimer Disease Exercise Trial (FINALEX): A Randomized Controlled Trial.
JAMA Intern Med.
Le caratteristiche principali della malattia di Alzheimer (AD) sono il declino cognitivo ed il deterioramento a livello funzionale. Con il progredire della malattia avvengono infatti diversi cambiamenti anche a livello fisico: aumenta la rigidità, si diventa più lenti nei movimenti, c’è una progressiva perdita di peso ed una riduzione della massa e del tono muscolare. Uno studio che ha coinvolto 210 pazienti Finlandesi con AD si è posto come obiettivo quello di verificare se un’attività fisica intensa e costante nel tempo possa portare dei benefici da un punto di vista funzionale ed un miglioramento nella qualità della vita sia per i pazienti che per chi si prende cura di loro (caregiver). Lo studio consisteva in due tipi di interventi: nel primo caso i partecipanti, seguiti da un fisioterapista, eseguivano esercizi a casa per un’ora due volte alla settimana (Gruppo HE). Nel secondo caso, invece, il trattamento era somministrato da due fisioterapisti a gruppi di 10 pazienti con AD, presenti in centri di cura, durante sessioni di 4 ore al giorno due volte a settimana (Gruppo GE). Entrambi gli interventi avevano la durata di 1 anno ed i risultati sono stati confrontati con quelli di un gruppo di controllo (CG) che riceveva le cure tradizionali previste dal sistema sanitario Finlandese. Come previsto, tutti i gruppi di pazienti hanno mostrato un declino a livello funzionale nell’anno successivo, ma il deterioramento era significativamente più grave nel gruppo di controllo CG che negli altri 2 gruppi che avevano effettuato i trattamenti. Inoltre il gruppo HE ha mostrato una differenza significativa sia a 6 mesi che a 12 mesi, rispetto ai gruppi CG e GE. I gruppi che avevano eseguito la fisioterapia mostravano un numero significativamente inferiore di cadute rispetto al gruppo di controllo e un minore bisogno di aiuto in diverse attività della vita quotidiana. Questo studio dimostra che l’attività fisica costante può aiutare a migliorare la qualità della vita in pazienti affetti da AD e dei loro caregiver e limitare il numero di cadute, fermo restando che, purtroppo, non esiste ad oggi una cura efficace per arrestare il progredire della malattia sia da un punto di vista cognitivo che fisico.