Alavez S. et al. (2011)
Amyloid-binding compounds maintain protein homeostasis during ageing and extend lifespan.
Nature. 472:226-229.

Studi genetici indicano che l’omeostasi delle proteine contribuisce notevolmente alla longevità degli organismi multicellulari. Un collasso dell’omeostasi induce infatti in una cascata di errori proteici e nell’accumulo di aggregati fibrillari insolubili, come l’amiloide. Esistono dei composti molecolari, tradizionalmente utilizzati in istopatologia per tracciare l’amiloide nei tessuti, che sono in grado di legarsi all’amiloide e di rallentarne l’aggregazione in vivo e in vitro. In questo recente studio si valuta la possibilità che trattare gli animali con tali composti possa favorire l’omeostasi delle proteine in vivo e quindi indurre un aumento della longevità. In particolare lo studio dimostra che l’esposizione di una specie di nematode adulto (Caenorhabditis Elegans) al composto Thioflavin T (THT) che si lega all’amiloide comporta il rallentamento dell’invecchiamento e quindi un ampliamento della vita. Questi effetti positivi sembrano dipendere da alcuni fattori implicati nella regolazione delle risposte allo stress. In conclusione questi risultati dimostrano che il mantenimento farmacologico dell’omeostasi proteica ha un profondo impatto sulla salute, suggerendo lo sviluppo di nuovi interventi terapeutici in questa direzione al fine di rallentare l’invecchiamento e combattere le malattie correlate all’età.

Vai al riassunto in inglese