Aboulafia-Brakha T. et al. (2014)
Cognitive-behavioural group therapy improves a psychophysiological marker of stress in caregivers of patients with Alzheimer’s disease.
Aging Ment Health.

I familiari che assistono i propri cari affetti da malattia di Alzheimer (caregiver) si trovano spesso a vivere momenti di stress psicologico, di depressione e di isolamento sociale, con conseguente riduzione delle attività piacevoli. La complessità di questo carico emotivo altera la curva di secrezione del cortisolo. Infatti, nei caregiver di pazienti affetti da malattia di Alzheimer si riscontrano alti livelli di cortisolo durante tutta la giornata mentre normalmente il livello di cortisolo è maggiore la mattina e decresce poi lungo l’arco della giornata fino a abbassarsi la sera. Un rilascio eccessivo e cronico di cortisolo porta una diminuzione dell’attività del sistema immunitario o altri problemi endocrini che favoriscono la comparsa di malattie acute o croniche. Lo scopo del presente lavoro è verificare gli effetti che una terapia di gruppo a orientamento cognitivo-comportamentale produce nel rilascio di cortisolo rispetto a un programma di psicoeducazione. Per questo ventisei caregiver di persone affette da malattia di Alzheimer sono stati divisi casualmente nei due gruppi e il loro livello di cortisolo è stato raccolto in quattro diversi momenti della giornata. I risultati mostrano che solo nelle persone che hanno seguito la terapia di gruppo cognitivo-comportamentale c’è stata una diminuzione significativa del livello di cortisolo mentre in entrambi i gruppi c’è stata una riduzione dei sintomi neuropsichiatrici dei pazienti con malattia di Alzheimer. La differenza tra gli esiti emersi potrebbe essere dipesa dal fatto che nella terapia di gruppo i caregiver partecipanti oltre ad apprendere nozioni sulla malattia hanno l’opportunità di condividere la propria esperienza personale, discutere le loro convinzioni rispetto alla malattia, il loro ruolo di caregiver che assiste un proprio caro malato e soprattutto acquisire nuove capacità per fronteggiare le difficoltà che quotidianamente si trovano a affrontare. In conclusione emerge come fondamentale che i caregiver possano dare spazio alla loro sofferenza e essere aiutati a trovare delle modalità di gestione delle problematiche più funzionali con conseguente impatto positivo sul benessere famigliare.

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