Il momento più terribile è stato quando papà tra una frase sconnessa e l’altra ha trovato i miei occhi e mi ha detto “sono finito”.
Mi sono sentita morire, perché in quel momento ho percepito la sua disperazione pura.
Uno degli ultimi momenti di lucidità che spero, egoisticamente, non tornino più.
Lui, orgoglioso com’era, un uomo buono, tutto d’un pezzo, non avrebbe mai accettato di vedersi così.
Beata incoscienza, papà resta nel tuo mondo!
Mi adopererò per fargli vivere questi anni nella tranquillità, rassicurandolo con le carezze che trasmettono più amore di qualsiasi parola.
Le carezze le percepisce, stringe la mano mia e di mia mamma con forza quando gliele porgiamo. A volte le cerca… che bello quando ancora ci cerca…
Questo mostro di malattia ce lo sta portando via giorno per giorno, ci scivola tra le mani e non c’è modo di trattenerlo… e mia mamma non si dà pace.
Lei ha il compito più duro, si prende cura di lui giorno e notte. Uno scriciolo di donna forte come una quercia. Un giorno piange, un giorno è felice perché “papà ha mangiato tutto!” come se s’illudesse che possa migliorare.
Spero che papà senta il nostro affetto…. Mi auguro che non percepisca il nostro dolore.
Laura