Villeneuve S. et al. (2015)
Imaging Vascular Disease and Amyloid in the Aging Brain: Implications for Treatment.
J Prev Alzheimers Dis. 2:64-70.
I fattori di rischio vascolare (ipertensione, dislipidemia e diabete in primis) sono anche fattori di rischio riconosciuti per la malattia di Alzheimer (AD): portando a lesioni vascolari nel cervello, questi fattori aumentano anche il rischio di sviluppare demenza. Ad esempio, i soggetti anziani con più di un fattore di rischio vascolare hanno un rischio di sviluppare demenza due volte più elevato rispetto a soggetti anziani senza questi fattori di rischio.
Tuttavia, grazie all’avvento della PET con traccianti per amiloide, si è stabilito che i fattori di rischio vascolare possono portare ad AD attraverso meccanismi che sono indipendenti dalle lesioni cerebrali vascolari, intese come lesioni della sostanza bianca ed infarti. Studi autoptici hanno inoltre confermato che la presenza di Abeta nel cervello non è direttamente correlata alla presenza di lesioni cerebrali vascolari nei soggetti sani o nelle fasi precliniche di AD.
Tali lesioni non sembrano quindi influenzare direttamente la patologia legata all’amiloide, mentre esistono evidenze che l’aumento del rischio vascolare porti ad un maggiore accumulo di amiloide nel cervello.
Inoltre, se le lesioni cerebrali vascolari e l’amiloide hanno un effetto additivo ed indipendente sull’integrità cerebrale, i fattori di rischio vascolare potrebbero potenziare l’impatto che l’amiloide ha sullo spessore corticale nelle regioni vulnerabili all’AD.
Sono necessarie nuove ricerche per esplorare e confermare le possibili interazioni dirette tra l’amiloide ed i fattori di rischio vascolare sull’integrità strutturale del cervello e la funzionalità cognitiva. Fondamentali sono anche nuovi strumenti per indagare l’integrità vascolare cerebrale: la possibilità di misurare il flusso sanguigno corticale o di quantificare danni al sistema capillare potrebbe aiutare a comprendere come i fattori di rischio vascolare siano legati all’amiloide e come interagiscano tra di loro.
Questi risultati sottolineano anche la necessità di monitorare i fattori di rischio vascolare come una strategia per la prevenzione dell’AD.