Un recente studio clinico randomizzato sembra suggerire un possibile utilizzo della galantamina, un inibitore dell’acetilcolinesterasi, non solo nelle fasi di malattia di Alzheimer lieve-moderata, ma anche in quella severa. Circa 400 anziani residenti in casa di riposo di età media 84 anni con AD severa (MMSE medio pari a 9/30) hanno assunto galantamina (al dosaggio di 24 mg al giorno) o placebo per 6 mesi. E’ stato riscontrato un importante miglioramento della cognitività nei soggetti che hanno assunto il farmaco rispetto a quelli trattati con placebo. In particolare i miglioramenti rispetto alla valutazione iniziale hanno riguardato soprattutto i domini della memoria, della prassia e delle abilità visuo-spaziali. Il farmaco non ha invece mostrato effetti positivi sulle attività funzionali (i due gruppi non differivano eccetto che nella deambulazione) e ha mostrato effetti avversi simili per tipologia e prevalenza tra il gruppo dei trattati e quello in placebo. Lo studio suggerisce dati di sicurezza nell’impiego della galantamina in persone con malattia di Alzheimer (AD) severa per la stimolazione cognitiva anche se non migliora l’autonomia nelle attività della vita quotidiana.