A cura di Valentina Saletti

Sulla piattaforma digitale Open Innovation di Regione Lombardia è stata recentemente pubblicata un’intervista al Prof. Giovanni Battista Frisoni, responsabile della U.O. Neuroimmagine ed Epidemiologia Alzheimer dell’IRCCS Istituto Centro San Giovanni di Dio Fatebenefratelli di Brescia e direttore della Memory Clinic dell’Ospedale Universitario di Ginevra. Per prima cosa, il Prof. Frisoni, parlando dei trattamenti e della ricerca in ambito di demenza, afferma di operare a partire da due presupposti, quello che guarda all’oggi, al miglioramento della qualità della vita di pazienti con disturbi di memoria o demenza conclamata, e quello che punta al domani, ossia alla prevenzione. Sul primo presupposto si può intervenire a livello farmacologico e psicosociale.  Se i costi per sostenere i trattamenti farmacologici sono sostenibili, la spesa per intervenire a livello psicosociale è invece molto elevata. Servirebbero almeno 10-20 sedute di un’ora con personale specializzato per aiutare i familiari nella gestione del malato, sedute che però difficilmente vengono rimborsate dalla sanità pubblica. Eppure si tratta di pazienti fragili con una gestione familiare difficile senza un adeguato intervento pubblico. Per questo motivo, diventa ancora più importante il tema della prevenzione, sviluppando programmi di ricerca sul trattamento di chi non presenta ancora i sintomi della demenza, ma risulta a rischio. Per quanto riguarda la ricerca sulle demenze, il Prof. Frisoni tocca un aspetto fondamentale: “in tutto il mondo la ricerca sulle demenze riceve un decimo dei fondi pubblici rispetto a quella sul cancro, anche se i costi sociali di queste patologie ammontano al doppio di quelli relativi ai tumori”. A tale proposito, il premio “Lombardia è Ricerca”, riconoscimento assegnato da Regione Lombardia alla migliore scoperta nell’ambito delle Scienze della vita, quest’anno ha riguardato il tema del cosiddetto healthy aging (invecchiamento sano) ed è stato assegnato al biologo molecolare Guido Kroemer per la scoperta dei benefici della riduzione calorica sull’attivazione e sulla longevità delle cellule. Il Prof. Frisoni, commentando il conferimento del premio di cui è stato uno degli illustri giurati, afferma che dà un segnale forte di impegno da parte delle istituzioni e di interesse verso la ricerca scientifica in generale e sull’Aging in particolare, contribuendo a portare l’attenzione dei cittadini verso un ambito della ricerca medica che è ad oggi sotto finanziato.

Per maggiori informazioni potete trovare l’intervista completa al seguente link:

https://www.openinnovation.regione.lombardia.it/it/b/532/frisoniricercasulledemenzesottofinanziatabeneilpremiolombardo