A cura di Valentina Saletti

Siedlinski M, Carnevale L, Xu X, Carnevale D, Evangelou E, Caulfield MJ, Maffia P, Wardlaw J, Samani NJ, Tomaszewski M, Lembo G, Holmes MV, Guzik TJ.
Genetic analyses identify brain structures related to cognitive impairment associated with elevated blood pressure.
Eur Heart J. 2023 Mar 27:ehad101. doi: 10.1093/eurheartj/ehad101.

L’ipertensione, ossia l’aumento della pressione arteriosa, è uno dei principali fattori di rischio modificabili per la mortalità in tutto il mondo. Diversi studi osservazionali hanno infatti dimostrato che l’ipertensione ha un impatto significativo sul funzionamento cerebrale e contribuisce allo sviluppo di malattie cerebrovascolari e demenza. Tuttavia, i cambiamenti funzionali e strutturali nel cervello che mediano la relazione tra l’aumento della pressione e il deterioramento cognitivo rimangono sconosciuti.

In uno studio pubblicato recentemente su European Heart Journal, alcuni ricercatori hanno provato a identificare le regioni del cervello danneggiate dall’ipertensione che possono contribuire al declino cognitivo e quindi allo sviluppo della demenza. A tal fine, analizzando dati osservazionali, genetici e di imaging ottenuti da importanti consorzi di ricerca (COGENT e International Consortium for Blood Pressure), i ricercatori hanno identificato alcune aree cerebrali, quali il putamen e qualche regione della sostanza bianca, i cui cambiamenti sono risultati correlati a ipertensione e ad un peggiore funzionamento cognitivo. Uno dei limiti di questo studio riguarda l’età dei partecipanti (età media è 64 anni) che potrebbe rendere complessa la generalizzabilità dei risultati alle persone più anziane, particolarmente a rischio di demenza.

Ciononostante, questo risultato viene considerato significativo da un punto di vista preventivo, poiché potrebbe consentire di individuare precocemente le persone a rischio di declino cognitivo, contribuendo ad individuare terapie più mirate in futuro. Saranno necessari ulteriori studi di approfondimento.

È possibile visionare l’articolo originale al seguente link:

https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/36972688/