A cura di Michela Rampini
Alzheimer’s disease prevention: from risk factors to early intervention
Crous-Bou M., Miguillón C., Gramunt N., Molinuevo J.L.
Alzheimer’s Research & Therapy. 2017 9:71.DOI: 10.1186/s13195-017-0297
Con il progressivo invecchiamento della popolazione, la malattia di Alzheimer sta diventando un problema sanitario di proporzioni epidemiche per il quale, ad oggi, non c’è una cura.
I deludenti risultati delle sperimentazioni farmacologiche condotte su pazienti con demenza di Alzheimer in fase lieve-moderata combinati alle ultime evidenze riguardo ai fattori di rischio per lo sviluppo della malattia, hanno contribuito alla proliferazione di iniziative di prevenzione su scala globale. Oggi gli sforzi dei clinici e dei ricercatori si focalizzano sulla diagnosi precoce della malattia e, più recentemente, sulla lunga fase asintomatica che precede la manifestazione clinica dei sintomi tipici della demenza. Le ricerche svolte finora hanno evidenziato come nel decorso della malattia di Alzheimer vi sia una fase iniziale, silente e asintomatica, caratterizzata da una sequenza di eventi fisiopatologici significativi per lo sviluppo della demenza (come, per esempio, l’accumulo cerebrale della proteina beta-amiloide) che può comparire fino a circa 20 anni prima dell’insorgenza dei sintomi cognitivi. Pertanto, molti dei più innovativi studi interventistici si rivolgono a individui cognitivamente sani, ma a rischio di sviluppare la malattia di Alzheimer. Vi sono due principali approcci negli studi di prevenzione: gli studi di prevenzione primaria, mirano a identificare e a ridurre i fattori di rischio associati allo sviluppo della malattia (stile di vita sedentario, fumo, diabete, dieta povera, etc) mentre gli studi di prevenzione secondaria mirano ad identificare precocemente e ad intervenire sui segnali fisiopatologici precoci della malattia. Alcuni di questi studi vengono condotti anche dagli sperimentatori del nostro centro IRCCS San Giovanni di Dio Fatebenefratelli Brescia.
Potete trovare ulteriori informazioni al seguente link:
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/28899416