Matsson N. et al. (2015)
Predicting Reduction of Cerebrospinal Fluid Beta-Amyloid 42 in Cognitively Healthy Controls.
JAMA Neurol. 

La malattia di Alzheimer ha una lunga fase preclinica caratterizzata da accumulo beta-amiloide (Abeta) senza sintomi cognitivi. Diversi clinical trial si sono focalizzati su questo stadio e sull’utilizzo di biomarcatori per identificare partecipanti Abeta-positivi, tuttavia la prevenzione precoce dell’accumulo cerebrale di tale proteina potrebbe rivelarsi la strategia di trattamento più efficacie.
Scopo di questo lavoro è verificare la possibilità di identificare soggetti Abeta-negativi con alto rischio di sviluppare positività ad Abeta entro 3 anni. Lo studio esamina una coorte di 35 soggetti cognitivamente integri (database ADNI, dal 2005 al 2014), selezionati in base alla disponibilità di misure longitudinali (basale e entro 3 anni) del dosaggio del liquido cerebrospinale (CSF). Tutti i partecipanti avevano normali livelli di Abeta42 al basale. Al follow up, in 11 soggetti è stato rilevato un abbassamento del livello di Abeta42 e sono convertiti in Abeta-positivi.
Dalle analisi eseguite, il livello di Abeta42 al basale è risultato il più forte predittore di futura positività ad Abeta (con una accuratezza del 79%). Per dieci degli 11 soggetti divenuti Abeta-positivi, i livelli basali di Abeta42 cadevano nel terzile inferiore del range di riferimento (<225 ng / L), e per 22 su 24 soggetti Abeta-negativi nel secondo terzile superiore (≥225 ng / L).
Con questo lavoro gli autori mostrano che è possibile identificare i soggetti ad alto rischio di sviluppare positività ad Abeta. Queste persone potrebbero rivelarsi i candidati migliori per trial di prevenzione della malattia di Alzheimer, che si focalizzano sull’inibizione del futuro accumulo di Abeta.

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