A cura di Valentina Saletti
Zahid M, Gallant NL, Hadjistavropoulos T, Stroulia E.
Behavioral Pain Assessment Implementation in Long-Term Care Using a Tablet App: Case Series and Quasi-Experimental Design.
JMIR Mhealth Uhealth. 2020 Apr 22;8(4):e17108. PMID: 32319955.
Un recente studio condotto da alcuni ricercatori dell’Università di Alberta, Canada, ha indagato l’efficacia di un’applicazione sviluppata per aiutare l’équipe sanitaria a valutare e gestire il dolore nei pazienti affetti da demenza e altre malattie neurodegenerative seguiti nelle strutture di assistenza a lungo termine. Il razionale di questo progetto si basa sull’idea che spesso in questi pazienti la sofferenza viene espressa attraverso disturbi comportamentali e il più delle volte viene attribuita erroneamente ad una condizione psichiatrica. Inoltre di frequente il livello di sofferenza nelle persone con demenza viene indagato attraverso valutazioni self-report, ma nei casi più gravi per queste persone diventa difficile definire con accuratezza il proprio stato d’animo. L’applicazione PACSLAC comprende una lista di controllo osservazionale digitalizzata che già in ricerche precedenti aveva dimostrato di aiutare gli operatori sanitari a valutare il dolore dei pazienti con demenza. Questo studio ha confrontato una nuova versione di questa applicazione su tablet con la versione originale “carta e matita”. Entrambe sembrano dare una valutazione più accurata del dolore nei pazienti con demenza. Tuttavia l’applicazione su tablet sembra essere quella preferita dal personale coinvolto in prima linea, infatti è stato riscontrato un minor livello di esaurimento emotivo, depersonalizzazione e carico di lavoro, con un conseguente miglioramento della qualità di vita. Il prossimo step per i ricercatori sarà quello di sviluppare un’applicazione che permetta al personale sanitario di vedere come viene vissuta la sofferenza nelle persone con demenza, oltre a verificare se le tecniche utilizzate per la gestione del dolore stanno funzionando o meno a livello individuale. A livello più macro, secondo i ricercatori, un utilizzo diffuso dello strumento può avere la capacità di migliorare la qualità e l’efficacia delle cure che ricevono i pazienti con demenza.
Potete trovare l’articolo originale al seguente link: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/32319955/