A cura di Michela Rampini
È arrivato pochi giorni fa il tanto atteso parere dell’Agenzia Europea del Farmaco su lecanemab (Leqembi), l’anticorpo anti-amiloide sviluppato per il trattamento della malattia di Alzheimer. Il comitato valutatore ha ritenuto che il beneficio clinico di lecenemab nel ritardare il declino cognitivo non controbilanci il rischio di effetti collaterali associati alla molecola, in particolare la comparsa di anomalie di imaging correlate all’amiloide (ARIA). I produttori di lecanemab, Eisai e Biogen, hanno già chiesto il riesame del parere che, secondo le regole procedurali, dovrà avvenire in 60 giorni. Il farmaco ad oggi è approvato e commercializzato in diversi paesi, tra cui Stati Uniti, Giappone e Cina. L’ Alzheimer Europe si è detta profondamente delusa dalla decisione dell’Agenzia Europea del Farmaco, che priva i cittadini europei affetti da malattia di Alzheimer della possibilità di accedere a trattamenti terapeutici disponibili in altri paesi. Alzheimer Europe auspica che i risultati degli studi attualmente in corso sul lecanemab forniscano le prove scientifiche necessarie affinché le autorità di regolamentazione dell’UE riconsiderino la loro posizione. Jean Georges, direttore esecutivo di Alzheimer Europe ha dichiarato: “Sappiamo che lecanemab non è un farmaco miracoloso e prescrivibile a tutte le persone affette dalla malattia di Alzheimer. Tuttavia, l’esistenza di un primo farmaco modificante la malattia, con una modalità d’azione innovativa, costituisce un innegabile, importante progresso per un settore che attende nuovi farmaci da oltre due decenni. Lecanemab ha dimostrato effetti sulla progressione della malattia e su aspetti come la qualità della vita e il carico assistenziale dei caregiver. Invece di escludere tutti i pazienti da questo nuovo trattamento a causa di problemi di sicurezza, avremmo sperato che l’EMA autorizzasse il farmaco con un chiaro piano di gestione del rischio per affrontare i potenziali effetti collaterali.”
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