A cura di Valentina Saletti

Uno studio condotto dai ricercatori della Rush University ha analizzato l’associazione tra l’attività fisica quotidiana e la quantità di materia grigia nel cervello di persone anziane, dimostrando come elevati livelli di attività fisica siano correlati a una maggiore quantità di materia grigia. Secondo i ricercatori, un livello significativo di materia grigia corrisponde a un miglior funzionamento cognitivo, mentre la sua diminuzione è associata soprattutto alla malattia di Alzheimer e ad altre demenze. A parere degli studiosi uno stile di vita sano, caratterizzato da attività fisica quotidiana, potrebbe aiutare a ridurre l’atrofizzazione di materia grigia. Per attività fisica quotidiana si intende lo svolgimento delle attività di tutti i giorni (pulizie domestiche, vari spostamenti a piedi e via dicendo). Lo studio ha coinvolto 262 anziani sani con un’età media di 81 anni. Ai partecipanti è stato dato un accelerometro, ossia un dispositivo che misurava frequenza, durata e intensità delle loro attività giornaliere. Inoltre, sono state prese in considerazione le variabili demografiche (età, genere, istruzione) e quelle legate allo stato di salute generale, valutate con appositi strumenti testistici. I ricercatori, quindi, esaminando l’associazione tra il volume di materia grigia (misurato attraverso risonanza magnetica) e l’attività fisica, registrata con l’accelerometro, hanno confermato la loro tesi. Per tale motivo, potrebbe essere utile testare ulteriormente interventi centrati sull’attività fisica quotidiana, valutando la possibilità di prevenire una grave perdita di quantità di materia grigia nel cervello, nonché disfunzioni cognitive in anziani sani.

È possibile visionare l’articolo originale al seguente link:
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/29432610