Uno studio condotto presso la Mayo Clinic Study of Aging in Minnesota ha dimostrato che una moderata attività fisica, iniziata anche dopo i 50 anni, riduce il rischio di sviluppare un decadimento cognitivo lieve (Mild Cognitive Impairment, MCI). Tale disturbo e’ spesso associato alla fase di transizione dall’invecchiamento normale e la demenza, caratterizzato dalla presenza di un disturbo di memoria percepito e confermato da prestazioni patologiche ai test di memoria, ma che non compromette ancora l’autonomia del soggetto.
Lo studio ha coinvolto 1324 persone, dei quali 198 erano soggetti affetti da MCI e 1126 soggetti sani. Ai partecipanti è stato chiesto di compilare dei questionari riguardanti la loro attività fisica, uno riferito all’arco di tempo tra i 50 e i 65 anni e uno riferito all’anno immediatamente precedente alla compilazione dei questionari. Sono stati rilevati la frequenza dell’attività (numero di volte al mese o alla settimana) e il grado di intensità dell’attività (lieve, moderato o intenso). I dati rilevati mostrano che una moderata attività fisica riduceva il rischio di sviluppare MCI del 39% per le persone tra i 50 e i 65 anni e del 32% per le persone oltre i 65 anni. Questi risultati tuttavia non spiegano il meccanismo d’azione attraverso il quale avverrebbe tutto ciò. Gli autori, riferendosi alla letteratura esistente ipotizzano che l’esercizio fisico possa avere un ruolo protettivo aumentando la produzione dei fattori neurotrofici, importanti per lo sviluppo del sistema nervoso e allo stesso tempo diminuendo il rischio di disturbi cardiovascolari e cerebrovascolari. Una seconda ipotesi è che la pratica di una moderata attività fisica sia l’indice di uno stile di vita sano. Generalmente chi pratica esercizio fisico in modo regolare mostra un’analoga disciplina nelle abitudini alimentari, nella prevenzione di incidenti, nell’osservanza delle cure mediche e in generale nei comportamenti finalizzati al benessere.