Mantenere attivo il cervello preserva i circuiti cerebrali dai segni del tempo aiutando a ritardare la comparsa di demenza. Uno studio pubblicato sulla prestigiosa rivista The International Journal of Geriatric Psychiatry ha concluso che lavorare a lungo, ovvero ritardare il pensionamento, stimola positivamente il cervello, tanto da ritardare la comparsa dell’Alzheimer. Presso l’Istituto di psichiatria del Kings College di Londra sono stati monitorati 382 uomini affetti dal morbo dell’Alzheimer, osservando che chi aveva continuato a lavorare oltre l’eta’ media pensionabile aveva ritardato sensibilmente l’insorgenza del declino cognitivo rispetto a chi aveva smesso presto di lavorare. In particolare gli studiosi hanno calcolato che ogni anno di lavoro in piu’ e’ associabile a un ritardo di 6 settimane nell’apparizione dei primi sintomi della malattia. Ad oggi non sono ben chiari i reali fattori che contribuiscono a ritardare l’inizio del declino cognitivo. I risultati dello studio suggeriscono però che l’ambiente lavorativo favorisce l’interazione sociale, componente relazionale che spesso viene persa dagli anziani con l’arrivo dell’età pensionabile e che dovrebbe essere mantenuta anche al di fuori dell’ambito lavorativo stesso. La stimolazione intellettuale produce una serie di benefici per la salute del nostro cervello, mantenendo una buona quantità di connessioni cerebrali e spingendo la mente a rimanere sempre attiva. Mantenersi attivi nella vita anche in età avanzata previene il declino dell’attività cognitiva riducendo il pericolo di demenza.
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