Fowler NR et al. (2015)
Traits of patients who screen positive for dementia and refuse diagnostic assessment.
Alzheimers Dement. 1:236-241. 

Riguardo allo screening per la demenza, è fondamentale capire il perché, alcuni pazienti, sono restii a sottoporsi ad una approfondita valutazione diagnostica dopo un test di screening risultato positivo. A questo scopo, a Indianapolis è stato condotto uno studio il cui obiettivo era quello di capire quali erano le caratteristiche dei pazienti positivi al test di screening che rifiutavano una ulteriore valutazione diagnostica. Questo studio ha coinvolto 554 persone senza una diagnosi di demenza e con più di 65 anni. Essi hanno compilato un questionario che indagava le caratteristiche sociodemografiche e le loro esperienze, conoscenze e credenze circa la malattia di Alzheimer e si sono poi sottoposti ad un test di screening per i problemi di memoria (MMSE). 63 dei partecipanti sono risultati positivi al test di screening (punteggio al test MMSE minore o uguale a 24). Di questi, solo 21 (il 33%) hanno accettato una più approfondita valutazione diagnostica e 42 (il 67%) hanno rifiutato di sottoporsi ad ulteriori accertamenti. Le persone che hanno rifiutato l’approfondimento diagnostico erano soprattutto persone che vivevano da sole e che, al questionario avevano ottenuto alti punteggi nel dominio dello stigma legato alla malattia, ritenevano che l’identificazione formale di un declino cognitivo comportava necessariamente la perdita dell’indipendenza ed erano inoltre convinte che al momento, non ci fosse nessun tipo di trattamento per la malattia di Alzheimer. Le persone che invece accettavano l’approfondimento diagnostico erano anche più propense ad accettare di sottoporsi allo screening per altri tipi di patologie legate all’invecchiamento come, per esempio, il carcinoma colon-rettale. Studi precedenti hanno dimostrato che un forte ostacolo alla ricezione di una diagnosi di demenza è costituito appunto dalla mancanza di informazione sulla sua eziologia e sintomatologia della malattia. Il fornire informazioni sull’importanza della diagnosi precoce della malattia e l’intervento sulle convinzioni errate circa la demenza, potrebbe potenzialmente portare all’aumento del numero di persone che richiedono una approfondita valutazione diagnostica per la demenza.

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