A cura di Valentina Saletti
“Impact of social isolation on grey matter structure and cognitive functions: A population-based longitudinal neuroimaging study.” Lammer L, Beyer F, Luppa M, et al., eLife 2023 Jun 20.
La prevenzione dei principali fattori di rischio associati al declino cognitivo risulta essere sempre più una strategia di intervento per un invecchiamento sano. I risultati di uno studio pubblicato sulla rivista eLife indicano che l’assenza di una buona rete sociale può impattare sulle prestazioni cognitive e sulla struttura cerebrale. È stato riscontrato infatti che l’isolamento sociale incide su una peggiore prestazione e sulla riduzione della regione ippocampale. Sono stati analizzati i dati di 1992 partecipanti cognitivamente sani
(di età compresa tra 50 e 82 anni), alcuni dei quali (1409) sono stati valutati dopo sei anni. Per quantificare l’isolamento sociale è stata utilizzata una scala (Lubben Social Network Scale) mirata a misurare la quantità e la qualità delle relazioni sociali. Le domande erano rivolte quindi a conoscere la complessità della propria rete sociale, la frequenza di contatto con famiglia e amici e il supporto percepito da tali relazioni. Il volume cerebrale è stato valutato attraverso esami di risonanza magnetica ad alta risoluzione. Dai risultati è emerso che sia l’isolamento sociale all’inizio della valutazione, che l’aumento dell’isolamento a distanza di 6 anni, erano associati in maniera significativa ad una riduzione della materia grigia nell’ippocampo, ad uno spessore ridotto della corteccia cerebrale e ad un peggioramento delle prestazioni cognitive. I ricercatori suggeriscono dunque che uno stile di vita basato su una buona rete sociale possa essere una strategia per un invecchiamento sano, tuttavia sono necessarie ulteriori ricerche per determinare l’associazione causale tra isolamento sociale e declino cognitivo.
È possibile visionare l’articolo originale al seguente link: