A cura di Cristina Festari

Negli ultimi decenni è stato dimostrato che l’istruzione, insieme all’occupazione lavorativa e alle attività cognitivamente stimolanti (quali l’apprendimento di una lingua, la lettura o l’enigmistica) contribuiscano ad accrescere la “riserva cognitiva”, cioè la capacità di ottimizzare o massimizzare le prestazioni attraverso il reclutamento differenziale di reti cerebrali. Si ritiene che una riserva cognitiva alta permetta di mantenere e preservare un comportamento funzionalmente adeguato durante l’invecchiamento, proteggendo dalla demenza. 

Ma qual è l’effetto dell’istruzione conseguita dopo i 50 anni attraverso la formazione professionale, i corsi ricreativi o altre attività di istruzione e formazione (definite Late-Life Education, LLE) sulla riserva cognitiva?

Confrontando 5306 partecipanti con diversi livelli di istruzioni scolastica, un gruppo di ricercatori irlandesi ha dimostrato che solo le persone con un livello di istruzione elementare, ma attivamente impegnati in LLE, commettevano meno errori a un test neuropsicologico specifico e che tale beneficio veniva mantenuto anche dopo 4 anni. Gli autori concludono che le attività educative dopo i 50 anni potrebbero rappresentare un utile intervento per mitigare il rischio aumentato di declino cognitivo associato a bassi livelli di istruzione.

Per maggiori informazioni:

https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/32043687