Sundstrom A. et al. (2016)
Marital status and risk of dementia: a nationwide population-based study from Sweden
BMJ Open. 6:e008565. 

L’obiettivo di questo studio era quello di verificare se ci fosse una associazione tra lo stato civile e il rischio di sviluppare demenza in due gruppi di persone: i giovani anziani (età compresa tra i 50 e i 64 anni) e gli anziani (età compresa tra i 65 e i 74 anni). Allo studio hanno partecipato 2.288.489 persone svedesi senza diagnosi di demenza al basale (31 dicembre 1997). Il follow-up a 10 anni (31 dicembre 2006) ha evidenziato che, in questo periodo di tempo 31.572 individui, avevano ricevuto diagnosi di demenza. Le analisi dei dati hanno sottolineato che le sotto-categorie di persone non sposate (vedovi, single o divorziati) avevano un rischio significativamente maggiore di sviluppare demenza rispetto alle persone sposate in entrambi i gruppi di età e senza alcuna differenza di genere. Questi dati potrebbero avvalorare l’ipotesi secondo la quale una relazione sentimentale può essere una delle maggiori fonti di stimolo a livello cognitivo e può essere inoltre collegata all’ipotesi della riserva cognitiva. I dati suggeriscono che una alta riserva cognitiva fornisce all’individuo maggiore resilienza ai danni cerebrali. Inoltre, una persona sposata o con un partner è meno sola ed ha una più ampia rete di supporto sociale, entrambi questi elementi riducono lo stress, l’ansia e la probabilità di sviluppare sintomi depressivi. Gli individui con maggiore supporto sociale hanno accesso a migliori risorse e strategie più efficienti per far fronte allo stress e sono meno inclini a valutare i fattori di stress come una minaccia. Inoltre essere vedovi o divorziati comporta l’aver vissuto un momento di vita molto stressante mentre essere sposati può essere un paracolpi contro le conseguenze negative degli eventi di vita.

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