L’Alzheimer (AD) è una malattia neurodegenerativa cronica. Ciò implica che le cure di cui necessitano i pazienti aumentano progressivamente, con un notevole impatto sulla vita di chi si prende cura del malato (caregiver). L’espressione “caregiver burden” (carico del caregiver) indica la risposta allo stress fisico e psicologico che colpisce chi accudisce il paziente. Ogni persona, posta in condizioni di stress, adotta inconsapevolmente delle strategie cognitive e comportamentali per far fronte a tale situazione (coping). Si possono descrivere due tipi di strategie di coping: quelle “centrate sulle emozioni” (emotion-focused coping) si basano sulla regolazione delle reazioni emotive negative conseguenti alla situazione stressante. Sono rappresentate dal tentativo dell’individuo di ignorare la minaccia dell’evento stressante attraverso la ricerca del supporto sociale o impegnandosi in attività che distolgono la sua attenzione dal problema. Le strategie “centrate sul problema” (problem-focused coping) invece, si basano sul tentativo di modificare o risolvere la situazione che minaccia o danneggia l’individuo. Sono strategie attive che generano soluzioni alternative. Uno studio condotto in Italia su 126 pazienti e sui loro rispettivi caregivers ha cercato di mettere in luce quali siano i fattori di stress maggiormente percepiti dai caregiver e le tecniche da essi messe in atto per fronteggiarli. Lo studio ha rilevato che le strategie di coping centrate sul problema sono vantaggiose per il caregiver, mentre quelle centrate sulle emozioni si associano ad ansia e depressione del caregiver. Le strategie di coping centrate sulle emozioni sarebbero quindi disfunzionali e predittive di caregiver burden. Inoltre viene evidenziato che il buon esito nella gestione dello stress del caregiver dipende dall’uso di strategie orientate al problema all’inizio della malattia, quando le soluzioni sono disponibili e le situazioni possono essere modificate.