Frost S. et al. (2013)
Retinal vascular biomarkers for early detection and monitoring of Alzheimer’s disease.
Transl Psychiatry. 3:e233. 

La crescente prevalenza della malattia di Alzheimer (AD) nella popolazione, insieme alla necessità di trattare la malattia prima che il cervello sia irreversibilmente danneggiato, richiede una tecnologia di screening sensibile e specifica per identificare individui ad alto rischio prima che i sintomi cognitivi si presentino. A tal proposito alcuni ricercatori hanno ipotizzato che l’analisi della retina potrebbe essere una valida misura di screening per la valutazione dell’AD. Uno studio australiano ha indagato attraverso l’analisi di fotografie della retina la possibilità di identificare i parametri vascolari retinici (RVPs) e come si modificano in presenza di AD. Lo studio ha coinvolto 148 partecipanti: 25 pazienti affetti da AD (età 72,4 ± 7,5 anni) e 123 partecipanti di controllo sani (età media 71,6 ± 5,6 anni). Lo studio era costituito da due fasi: lo “studio clinico” che ha indagato le differenze di RVPs tra i due gruppi e lo “studio di neuroimaging” che ha confrontato i parametri vascolari con l’accumulo di placca neocorticale nel cervello. Questo studio ha mostrato la presenza di anomalie vascolari retiniche nei pazienti AD (per esempio lo spessore dei vasi sanguigni della retina era diverso rispetto a quello delle persone sane) e ha trovato un’associazione tra alcune anomalie retiniche e il carico di placca amiloide neocorticale. L’analisi della fotografia della retina quindi potrebbe fornire un metodo sensibile per la rilevazione precoce dell’AD tramite un metodo non invasivo e facilmente disponibile a differenza dei metodi attualmente in uso. I risultati ottenuti tramite questo studio sono sicuramente interessanti ma richiedono necessariamente ulteriori indagini prima di stabilirne con certezza l’efficacia nell’individuazione di segnali precoci della malattia.

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