Wang JX et al. (2014)
Targeted enhancement of cortical-hippocampal brain networks and associative memory.
Science. 345:1054-1057.
Benché sia noto che l’ippocampo sia necessario per la memoria associativa e che sia una zona anatomica di convergenza per il processamento degli stimoli sensoriali e del contesto, l’assunzione che l’ippocampo supporti la memoria associativa interagendo con regioni cerebrali funzionalmente distinte e distribuite non era stato finora testato direttamente negli esseri umani.
Questo studio pubblicato su Science ha testato nell’uomo gli effetti sulla memoria prodotti dalla stimolazione elettromagnetica non invasiva dei network cortico-ippocampali. Si è visto che stimolazioni in sessioni multiple aumentano la connettività funzionale tra regioni del network cortico-ippocampale (misurata con risonanza magnetica funzionale) e contemporaneamente migliorano le prestazioni della memoria associativa.
Queste alterazioni indotte dalla stimolazione elettromagnetica coinvolgono la plasticità a lungo termine che è ben localizzata, poiché l’aumento avviene in modo molto specifico e selettivo nella regione cerebrale target della stimolazione e l’incremento della connettività e della performance mnesica persistono oltre le 24 ore successive alla stimolazione.
Emerge quindi come la funzionalità dei network cortico-ippocampali possa essere migliorata con una tecnica non invasiva, ed è stato dimostrato il ruolo nella memoria associativa nell’uomo. Questo metodo potrebbe essere adattato per trattare i disturbi di memoria andando a stimolare il tessuto ippocampale integro e migliorare i network cortico-ippocampali danneggiati dalla malattia.