A cura di Anna Tarallo

Amyloid β-Exposed Human Astrocytes Overproduce Phospho-Tau and Overrelease It within Exosomes, Effects Suppressed by Calcilytic NPS 2143-Further Implications for Alzheimer’s Therapy.
Chiarini A, Armato U, Gardenal E, Gui L, Dal Prà I.
Front Neurosci. 2017 Apr 20;11:217. doi: 10.3389/fnins.2017.00217. eCollection 2017.

Le placche di beta-amiloide (AB) e gli oligomeri di tau iperfosforilata (p-tau) sono caratteristiche neuropatologiche distintive della malattia di Alzheimer (AD), ma ancora non è stato chiarito quale dei due eventi si inneschi per primo.
Un gruppo di ricercatori dell’Università di Verona, ha recentemente pubblicato i risultati di uno studio in vivo che dimostra che la proteina tau e la p-tau sono normalmente espresse dagli astrociti umani e che la loro esposizione alla proteina AB, che a sua volta si lega ai recettori del calcio CaSR e li attiva, aumenta notevolmente i livelli intracellulari di p-tau. Tale effetto viene ostacolato da NPS 2143, un calcilitico antagonista dei recettori CaSR. A livello extracellulare, gli astrociti rilasciano sia tau che p-tau mediante esosomi, attività che potrebbe mediare la diffusione p-tau all’interno del cervello. I dati preliminari indicano che i livelli esosomici di p-tau aumentano dopo l’esposizione a AB, ma rimangono invariati in cellule pre-trattate per 30 minuti con NPS 2143, prima dell’esposizione ad AB.
Questi risultati, insieme ad altri descritti in precedenza dallo stesso gruppo di ricerca italiano supportano il possibile ruolo cruciale della comunicazione tra AB e i recettori CaSR nello sviluppo e nella progressione dell’AD, che attiva simultaneamente: (i) l’elaborazione amiloidogenica dell’oloproteina precursore di AB, il cui risultato è una produzione eccedente e la secrezione di oligomeri AB42; (ii) l’aumento della produzione di oligomeri p-tau, rilasciati nello spazio extracellulare all’interno di esosomi.
Secondo i ricercatori, i calcilitici, essendo antagonisti altamente selettivi della segnalazione patologica AB-CaSR e avendo effetto soppressivo su entrambi i processi neuropatologici di AB42 e p-tau, potrebbero rappresentare un valido approccio terapeutico per la AD, bloccando in modo efficace la progressiva diffusione dell’AD e preservando la cognizione e la qualità della vita dei pazienti.

Potete trovare ulteriori informazioni/l’articolo originale al seguente link.
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/28473749