A cura di Monica Almici
W. Robert Bell, Yang An, Yusuke Kageyama, Collin English, Gay L. Rudow, Olga Pletnikova, Madhav Thambisetty, Richard O’Brien, Abhay R. Moghekar, Marilyn S. Albert, Peter V. Rabins, Susan M. Resnick, Juan C. Troncoso
Neuropathologic, genetic, and longitudinal cognitive profiles in primary age-related tauopathy (PART) and Alzheimer’s disease
Alzheimer’s & Dementia. 2019: 15; 8-16
La malattia di Alzheimer (AD) è la forma più comune di demenza, ma esistono molte altre forme neurodegenerative. Non sempre è chiaro se le diverse malattie appartengano ad una stessa grande famiglia oppure non ci sia tra loro alcuna parentela.
Gli autori hanno indagato la possibile relazione tra l’AD e una recente entità neuropatologica: la Tauopatia Primaria Legata all’Età (Primary-Age Related taupathy, PART), in grado di causare declino cognitivo in assenza di patologia AD.Il cervello di soggetti con PART presenta placche neurofibrillari e lesioni TAU, per natura a topografia analoghe a quelle dell’AD, ma senza accumuli di beta-amiloide. La PART può essere accompagnata da integrità cognitiva, declino lieve o demenza.
Al fine di chiarire se AD e PART siano la stessa entità, gli autori hanno effettuato l’autopsia del cervello di 183 soggetti ultra ottantacinquenni inseriti in studi longitudinali sull’invecchiamento, identificando neuropatologia PART in 42 soggetti e AD in 130. In base ai dati emersi gli autori suggeriscono che:
1) PART e AD sono due distinte entità nosografiche; la prima risulta associata a minore declino cognitivo nel tempo e a minor frequenza dell’allele APOE4.
2) Vi è un’alta prevalenza di malattie tau-relate in soggetti ultra ottantacinquenni che non hanno depositi di beta amiloide.
3) Quasi la metà dei soggetti con profilo cerebrale PART presenta anche decadimento cognitivo; sarà importante quindi chiarire il contributo delle patologie non-AD sulla cognitività.
La PART sembra affliggere circa il 22% degli statunitensi sopra gli 85 anni e si stimano entro il 2050 quasi 4 milioni di nuovi casi negli Stati Uniti. La PART dovrebbe perciò entrare a pieno titolo nel dibattito sulle politiche di salute pubblica.
Infine, sarà importante sviluppare biomarcatori in grado di differenziare tra AD preclinico e PART, data la diversa progressione delle due malattie e la necessità di differenziarne i trattamenti.
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