A cura di Cristina Festari
Gli studi scientifici degli ultimi decenni ci hanno permesso di definire il decorso della malattia di Alzheimer (AD) in tre stadi progressivamente ingravescenti. Il primo stadio è detto preclinico, perché l’AD si manifesta esclusivamente a livello biologico (accumulo di amiloide). Nello stadio successivo, definito prodromico, si oggettivano lievi sintomi clinici che non inficiano l’autonomia personale. Lo stadio della demenza è quello terminale ed è caratterizzato da sintomi cognitivi e/o comportamentali disabilitanti. Comprendere la durata di questi stadi è di estrema rilevanza per la gestione sia medica che personale/famigliare dei pazienti stessi.
Analizzando la storia clinica di 3268 persone positive all’amiloide, un gruppo di ricercatori olandesi ha stimato la durata degli stadi di AD e l’effetto modulatore di alcuni fattori, quali età, genere e tipo di struttura medica (ospedali clinici vs. centri di ricerca), del fattore di rischio genetico APOE e del biomarcatore tau.
I risultati rivelano che in un settantenne, ad esempio, la durata stimata dello stadio preclinico è di 10 anni, di quello prodromico è di 4, e della stadio demenza di 6. In generale, il genere maschile, la positività ai biomarcatori indagati e clinico sono associati a una più breve durata della malattia e dei suoi stadi.
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