A cura di Michela Rampini
Older Adults With Subjective Cognitive Decline Worry About the Emotional Impact of Cognitive Test Results
Wong S, Smith S, Jacova C.
Alzheimer Dis Assoc Disord. Apr-Jun 2020;34(2):135-140. PMID: 31573983.
Poiché è noto che le persone anziane con disturbo soggettivo di memoria (SCD) hanno due volte più probabilità di sviluppare demenza, esse potrebbero trarre beneficio dall’effettuazione di valutazioni cognitive ripetute nel tempo. Tuttavia queste persone sono spesso restie a sottoporsi ai test, perchè preoccupate dall’effetto che gli eventuali risultati negativi potrebbero avere su aspetti pratici della loro vita e sul loro benessere psicologico.
Un recente studio americano che ha coinvolto 393 persone ha indagato quante tra queste riportavano SCD e, se presenti, quali erano le preoccupazioni che ricorrevano maggiormente. Dai risultati è emerso che il 62% dei partecipanti aveva risposto “sì” alla domanda “sono preoccupato riguardo alla mia memoria e/o alle mie capacità di ragionamento” evidenziando quindi la presenza di SCD. Ciò che più frequentemente preoccupava le persone coinvolte nello studio era la possibilità di diventare depressi e ansiosi, l’impatto del problema sul reddito familiare, il non essere più presi sul serio, la perdita della patente o di altri privilegi e il venire posti in una struttura assistenziale. Lo studio ha evidenziato differenze significative tra la quantità e il tipo di preoccupazioni riportate dalle persone con SCD rispetto a quelle riferite dalle persone che non si definivano turbate per le loro prestazioni cognitive: le preoccupazioni delle prime infatti, oltre ad essere più numerose, erano principalmente legate alla sfera emotiva e personologica (sentirsi imbarazzati, depressi e incapaci). Alla luce di questi risultati potrebbe essere utile l’implementazione di interventi volti a favorire il coinvolgimento di persone con disturbo soggettivo di memoria in valutazioni cognitive: l’indagine e la messa in discussione delle preoccupazioni legate alla valutazione testistica, in particolare quelle di natura emotiva, dovrebbe diventare parte integrante della comunicazione con i pazienti.
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