A cura di Elena Rolandi

Association of Cerebral Amyloid-β Aggregation With Cognitive Functioning in Persons Without Dementia.
Jansen WJ, Ossenkoppele R, Tijms BM et al. Amyloid Biomarker Study Group.
JAMA Psychiatry. 2018 Jan 1;75(1):84-95. doi: 10.1001/jamapsychiatry.2017.3391.

L’accumulo di amiloide nel cervello è un evento precoce nel corso della malattia di Alzheimer, che inizia circa 2 o 3 decadi prima della diagnosi di demenza. Ad oggi, tuttavia, non è stato del tutto chiarito come l’amiloidosi cerebrale sia collegata a variazioni nelle capacità cognitive, nel periodo precedente all’esordio clinico della malattia.
Per rispondere a questa domanda, alcuni dei più influenti ricercatori nel campo, hanno unito le forze per aggregare i dati relativi a 2908 partecipanti con cognizione nella norma e 4133 pazienti con diagnosi di decadimento cognitivo lieve, provenienti da 53 studi. I partecipanti venivano classificati in base alla positività all’amiloide (alla PET o alla rachicentesi), sulla base dei cutoff studio-specifici. Per quanto riguarda le prestazioni cognitive, un punteggio inferiore o uguale a 27 al Mini Mental State Examination è stato definito indicativo di bassa cognizione globale, mentre un punteggio al test di memoria verbale uguale o inferiore al 10° percentile della popolazione di riferimento era indice di ridotta memoria episodica. È stato inoltre indagato se la relazione tra amiloidosi e cognizione fosse influenzata da età, diagnosi, sesso, scolarità e genotipo APOE.
I risultati hanno mostrato una associazione tra presenza di amiloidosi e bassa cognizione globale e memoria episodica nei pazienti con decadimento cognitivo lieve, che diminuiva con l’aumentare dell’età. Nei partecipanti cognitivamente integri, invece, l’associazione era presente solo per la memoria episodica a partire dai 70 anni. La presenza della variante E4 di APOE era associata a più basse performance cognitive, indipendentemente dalla presenza di amiloidosi cerebrale. Una ridotta memoria episodica, tuttavia, non aumentava la predizione di amiloidosi cerebrale nel campione se aggiunta al contributo di età e presenza di ApoE4.
Dal punto di vista applicativo, questi risultati possono servire ad affinare la progettazione di studi di prevenzione secondaria per la malattia di Alzheimer, in cui la presenza di amiloidosi cerebrale è un requisito di accesso

Ulteriori informazioni sono disponibili al seguente link
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/29188296