Ballard C. et al. (2009)
The dementia antipsychotic withdrawal trial (DART-AD): long-term follow-up of a randomised placebo-controlled trial.
Lancet Neurol. [Epub ahead of print]
Gli antipsicotici vengono frequentemente utilizzati per il trattamento dei disturbi comportamentali nei pazienti con demenza. Nel 2005 una metanalisi dei clinical trials che hanno valutato l’efficacia del trattamento a 6-12 settimane aveva evidenziato un aumento della mortalità nei pazienti in terapia, ma informazioni sulla sicurezza a lungo termine non erano finora disponibili. Un recente studio ha seguito nel tempo (fino a 3 anni di follow-up) 128 pazienti, di cui la metà randomizzati a continuare il trattamento antipsicotico già in atto (con tioridazina, clorpromazina, aloperidolo, trifluorperazina, o risperidone) e l’altra metà a passare a placebo. I risultati hanno dimostrato che il rischio complessivo di morte nell’intero periodo di studio è del 42% più basso nei pazienti in placebo rispetto a quelli in trattamento, a fronte dell’evidenza di un non significativo beneficio del trattamento antipsicotico sulla cognitività e il comportamento. La differenza di mortalità è già evidente ad 1 anno, ma aumenta al follow-up a 2 e 3 anni. Lo studio conferma le preoccupazioni riguardo la sicurezza a lungo termine dell’uso degli antipsicotici nei pazienti con demenza. Questi farmaci andrebbero usati solo in presenza di disturbi comportamentali severi, dopo avere provato strategie alternative e per brevi periodi di tempo.