A cura di Cristina Festari
Una recente pubblicazione apparsa sulla prestigiosa rivista Neurology ha voluto indagare l’associazione tra i fattori di rischio per la malattia di Alzheimer (AD) e le differenze di genere.
I ricercatori, guidati dalla Prof. Mosconi, hanno analizzato i dati clinici, le informazioni mediche e di differenti tecniche di imaging di centoventuno volontari tra i 40 e i 65 anni. Attraverso interpolazioni statistiche hanno dimostrato che i biomarcatori noti per AD erano alterati nelle donne. Esse infatti presentavano maggiore deposizione di β-amiloide, minor metabolismo del glucosio e volumi di sostanza grigia e bianca a risonanza magnetica più bassi rispetto al gruppo maschile. Oltre al genere, i fattori di rischio ormonale, in particolare la menopausa, seguita dall’assunzione di terapia ormonale, dall’esecuzione di isterectomia e dalla comorbidità con le patologie della tiroide, predicono l’endofenotipo AD nelle donne di mezza età.
Questi risultati suggeriscono che il momento ideale per prestare interventi preventivi di AD nelle donne è nelle prime fasi del processo di invecchiamento endocrino.
Per saperne di più: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/32580974/