A cura di Claudio Singh Solorzano
Cognitive reserve, cortisol, and Alzheimer’s disease biomarkers: A memory clinic study.
Alzheimers Dement. 2024 Jun 4. doi: 10.1002/alz.13866. Epub ahead of print.
Sempre più studi confermano che la riserva cognitiva possa giocare un ruolo importante nel prevenire il declino cognitivo e lo sviluppo di demenza. Un potenziale fattore che potrebbe andare a ridurre questo effetto protettivo è lo stress psicologico e fisiologico, di cui il cortisolo è uno dei biomarker principali. Considerando l’associazione tra cortisolo e declino cognitivo e la possibilità di ridurre i livelli di stress mediante interventi psicosociali e psicoeducativi, ulteriori ricerche in questo ambito sono necessarie.
Gli autori hanno considerato un campione di 113 partecipanti provenienti da una coorte longitudinale di pazienti della clinica di memoria del Karolinska University Hospital (Svezia). I partecipanti sono stati sottoposti a valutazione cognitiva alla baseline e al follow-up in un periodo di tre anni. La riserva cognitiva è stata misurata considerando 4 aspetti: gli anni di educazione, la complessità del lavoro svolto per più tempo, un indice di salute sociale (e.g., dimensioni del network sociale, supporto sociale percepito, etc.) e un indice di frequenza delle attività ricreative/di svago. Oltre allo stress psicologico (misurato con un questionario autosomministrato), lo stress fisiologico è stato misurato dal cortisolo salivare mediante i seguenti parametri: concentrazione di cortisolo al risveglio, concentrazione di cortisolo prima di andare a dormire, secrezione di cortisolo nei primi 30 minuti dal risveglio (CAR), concentrazione totale di cortisolo durante il giorno (AUC) e andamento del cortisolo durante il giorno (AM/PM). La valutazione cognitive ha incluso la valutazione dei domini della memoria a breve termine, velocità di ragionamento, memoria di lavoro, capacità di ragionamento visuo-spaziale e una misura di cognizione globale. Sono stati infine raccolti tre biomarcatori chiave di malattia di Alzheimer attraverso prelievo liquorale: β-amiloide (Aβ42), p-tau181 e t-tau.
I risultati hanno mostrato che alla baseline la riserva cognitiva era associata con tutte le misure cognitive ad eccezione della memoria a breve termine. Considerando il follow-up, la riserva cognitiva alla baseline era associata prospetticamente con la misura di cognizione globale. Mentre lo stress psicologico non ha mostrato alcun effetto sull’associazione tra riserva cognitiva e performance cognitiva, tutte le misure di stress fisiologico (ad eccezione della concentrazione di cortisolo al risveglio) riducono in maniera significativa l’effetto protettivo della riserva cognitiva sul declino cognitivo. Inoltre, per la memoria di lavoro si è osservato che la riserva cognitiva ha un valore protettivo su questa misura solo nei pazienti con un migliore AM/PM. Infine, lo studio non ha osservato associazioni dirette tra riserva cognitiva e biomarcatori liquorali di malattia di Alzheimer.
Questi risultati forniscono interessanti indicazioni sul potenziale ruolo del cortisolo nel moderare l’effetto protettivo della riserva cognitiva nei confronti del declino cognitivo, ponendo una prima base teorica per l’implementazione di interventi mirati alla gestione dello stress e per indagarne l’effetto sul declino cognitivo e sullo sviluppo di demenza. Tuttavia, ulteriori studi longitudinali e in coorti diversificate sono necessari per capire meglio l’interazione tra riserva cognitiva e stress fisiologico.
Per un approfondimento, di seguito il link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/38837661/