A cura di Evita Tomasoni

Recentemente è stato riconosciuto l’importante ruolo che giocano i sintomi neuropsichiatrici (NPS) nella malattia di Alzheimer (AD). La letteratura scientifica mostra che i NPS sono molto diffusi sia nei pazienti affetti da AD che nei pazienti con lieve declino cognitivo (MCI), sebbene si sappia ancora relativamente poco su come evolvono questi sintomi nei pazienti con declino cognitivo lieve che progrediscono a malattia di Alzheimer. 

Sembrerebbe che i soggetti con declino cognitivo lieve che progrediscono a AD abbiano maggiori sintomi depressivi e apatia rispetto ai pazienti che non progrediscono. In un recente articolo pubblicato sulla rivista scientifica Alzheimer Disease & Associated Disorders, un gruppo di ricercatori ha confrontato l’andamento dei NPS sia nei pazienti MCI che sono progrediti ad AD sia nei pazienti MCI non progrediti nel tentativo di determinare se un aumento del carico NPS potesse essere un predittore per la conversione a AD. I risultati hanno mostrato che la conversione ad AD, oltre ad essere caratterizzata da un deterioramento delle funzioni cognitive, è associata all’aumento del carico dei sintomi neuropsichiatrici. In particolare, i segni precoci di apatia e comportamento motorio afinalistico, o disturbi dell’appetito e dell’alimentazione potrebbero essere indicatori di conversione a AD. Inoltre, i ricercatori mettendo in relazione i punteggi ottenuti al MMSE e quelli relativi alla scala che valuta i NPS suggeriscono che l’aumento di sintomi neuropsichiatrici potrebbe avere un ruolo determinante nell’individuazione del deterioramento cognitivo. Sono necessari ulteriori studi per confermare i risultati ottenuti.

Potete trovare l’articolo originale al seguente link:

https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/31633557/