Kaiser NC et al. (2014)
Differences in anxiety among patients with early- versus late-onset Alzheimer’s disease.
J Neuropsychiatry Clin Neurosci. 26:73-80.
In persone affette da malattia di Alzheimer è frequente riscontrare la presenza di disturbi d’ansia (5%-21%) o di sintomi ansiosi (8%-81%). La valutazione di questi aspetti è però resa particolarmente difficile dalla presenza di altri fattori come l’agitazione, l’irritabilità, la depressione, il pianto e l’aggressione tipici nella demenza. Basandosi sulle evidenze della letteratura, che mostrano come l’ansia sia correlata a più gravi limitazioni funzionali, gli autori di questo articolo vogliono verificare se c’è una diversità nel livello d’ansia connessa all’età in cui viene diagnosticata la malattia di Alzheimer. Nello specifico eseguono una valutazione dell’ansia in 45 persone, 23 che hanno ricevuto la diagnosi di malattia prima dei 65 anni mentre 22 che l’hanno ricevuta dopo i 65 anni. I risultati mostrano una differenza significativa tra i due gruppi, il 70% dei familiari di persone con diagnosi precoce riportano la presenza di ansia nei loro cari contro il 27% dei caregiver che assistono persone in cui la diagnosi è stata più tardiva. Kaiser e colleghi hanno inoltre evidenziato che l’ansia in pazienti con diagnosi precoce è più frequente negli uomini, è legata alla separazione dalle proprie persone di riferimento (generalmente le mogli) e corrisponde a punteggi più alti del Mini Mental State Examination (una scala che misura la cognitività globale). Di contro, nel gruppo con diagnosi tardiva l’ansia è associata a comorbidità psichiatrica e sintomi comportamentali legati alla progressione della demenza. Questi risultati potrebbero essere spiegati dal fatto che ricevere una diagnosi precoce di malattia di Alzheimer, quando una persona è nel pieno della sua carriera lavorativa, ha importanti responsabilità famigliari e probabilmente ha più consapevolezza della situazione, porta a maggiori cambiamenti dal punto di vista famigliare, lavorativo e sociale. Una diagnosi tardiva in una persona più anziana e in pensione riesce ad avere un minor impatto e di conseguenza un minor livello di ansia reattivo alla situazione.