Hsu WY et al. (2015)
Effects of non-invasive brain stimulation on cognitive function in healthy aging and Alzheimer’s disease: a systematic review and meta-analysis
Neurobiol Aging.
Le tecniche di stimolazione cerebrale non-invasiva, quali la stimolazione magnetica transcranica ripetitiva (rTMS) e la stimolazione transcranica a corrente diretta (tDCS), sono state recentemente impiegate come potenziali strumenti riabilitativi per ottenere miglioramenti nelle funzioni cognitive in pazienti affetti da Malattia di Alzheimer, portando a risultati non sempre omogenei tra i diversi studi. Scopo della presente revisione sistematica è stato quello di indagare e quantificare tramite meta-analisi i potenziali effetti benefici sulle funzioni cognitive di sessioni di rTMS e tDCS, sia in soggetti anziani sani che in pazienti con Malattia di Alzheimer. Sono stati revisionati tutti gli studi scritti in lingua Inglese pubblicati tra Gennaio 1990 e Novembre 2014 sull’argomento. Successivamente sono stati inclusi nella meta-analisi gli studi che soddisfacevano i seguenti criteri: (1) avere come scopo principale quello di indagare gli effetti di rTMS e tDCS sulle funzioni cognitive in anziani sani o in individui con diagnosi di Malattia di Alzheimer; (2) avere un campione di almeno 10 soggetti; (3) presenza di misure quantitative di outcome; (4) presenza sia di sessioni di stimolazione reale che di stimolazione placebo (sham). Tra gli articoli revisionati, 14 studi condotti su anziani sani e 11 su pazienti con diagnosi di Alzheimer soddisfacevano i criteri di inclusione, per un totale rispettivamente di 331 e 200 partecipanti. L’entità dell’effetto (effect size) è stata calcolata sulla base del cambiamento rispetto alla baseline del punteggio alla misura cognitiva individuata come outcome primario in ciascuno studio, confrontando la condizione di stimolazione reale con la stimolazione sham. La meta-analisi ha mostrato un modesto effetto (effect size =0.42) di rTMS e tDCS nel migliorare le funzioni cognitive di soggetti anziani sani. Gli effetti maggiori si osservavano negli studi in cui la stimolazione precedeva l’esecuzione del compito e in quelli che prevedevano multiple sessioni di stimolazione rispetto a sessioni singole. Nei pazienti con Malattia di Alzheimer il miglioramento nelle funzioni cognitive in seguito a stimolazione era ancora più ampio (effect size=1.35). Gli effetti sono risultati maggiori quando la stimolazione veniva applicata durante l’esecuzione del compito e non è stata rilevata un’influenza significativa sull’outcome cognitivo del numero di sessioni di stimolazione. La stimolazione cerebrale non invasiva sembra quindi avere effetti positivi sulla cognitività sia nell’invecchiamento fisiologico che in quello patologico. Ulteriori studi sono necessari per raggiungere una armonizzazione delle procedure di stimolazione e delle misure di outcome utilizzate, unitamente alla verifica del mantenimento a lungo termine degli effetti benefici osservati.