Scarpati G. (2014)
Ti ricordi la Casa Rossa? Lettera a mia madre.
Mondadori.

Giulio Scarpati interrogandosi su quelli che potrebbero essere i desideri di sua madre, malata di Alzheimer, scrive questo testo perché “penso ti faccia piacere che io ti racconti del tuo luogo preferito, anche se lo dimentichi dopo quattro virgole”. Gran parte della narrazione ruota attorno alla Casa Rossa o Casa Madre, agli episodi legati a questo edificio e al significato emotivo e affettivo che hanno avuto per tutta la famiglia. L’autore compie un viaggio a ritroso nel tempo partendo dai ricordi più lontani nella speranza di avvicinarsi alla madre diventata per lui un “mistero”. Durante la narrazione il suo scopo viene però rovesciato “è strano come stia accadendo l’inverso di quello che intendevo fare. Volevo restituire la memoria a te e invece la restituisco innanzitutto a me, ripescando ricordi lontani e impolverati. E non ho paura di raccontare quello che di te non mi piaceva, perché non sposta quello che provo”. Le difficoltà legate alla malattia fanno percepire all’autore la madre “disconnessa. Come un astronauta che ha perso i contatti con la torre di controllo. Non sembri più muoverti in verticale, tra presente, passato e futuro, ma in orizzontale, dove presente, passato e futuro vivono contemporaneamente. Infatti contemporaneamente piangi, ridi, scatti, t’incanti. Sei l’unica passeggera dentro una macchina del tempo manovrata da nessuno”. Chiaro filo conduttore del testo la determinazione dell’autore e di tutta la sua famiglia a non arrendersi, a continuare a provarci sempre “Noi non ci rassegniamo. Noi lottiamo con l’arma dell’affetto incondizionato”.

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