Nel mondo, il numero di persone affette da demenza è di circa 35 milioni. Tra gli innumerevoli aspetti da considerare per ciò che concerne la presa in carico di persone con demenza, vi è l’obbligo morale di garantire l’assistenza necessaria a far vivere loro una vita dignitosa. Affinché ciò si possa realizzare, dobbiamo comprendere a fondo quali siano gli aspetti che le persone con demenza percepiscono come rilevanti per poter vivere con dignità e cosa facciano concretamente loro stesse per raggiungere tale finalità. A tale proposito, un recente studio norvegese ha indagato i metodi attraverso cui le persone con demenza cerchino di mantenere uno stile di vita dignitoso. Allo studio hanno partecipato 15 persone residenti in una casa di riposo. L’osservazione partecipante di uno dei ricercatori alla vita quotidiana dei soggetti e le interviste rivolte loro hanno permesso di mettere in luce il bisogno dei malati di raccontarsi e di parlare delle proprie storie passate. La narrazione di episodi della propria vita consente di percepire ordine nel caos e nella confusione del proprio presente e di confrontarsi con qualcosa ancora maneggiabile concretamente e in prima persona, senza che nessuno debba correggerli o giudicarli. Raccontando la propria storia, inoltre, si traccia un ritratto di ciò che si è stati, in modo che chi ascolta possa guardare al di là della diagnosi e della condizione psico-fisica attuale, possa relazionarsi con la persona e non con il malato. Alla luce di questi dati, la risposta che possiamo darci rispetto a come si debba garantire una vita dignitosa alle persone con demenza sembra semplice, quasi scontata, e ci viene suggerita dal bisogno di raccontarsi dei malati stessi: sedersi ed ascoltare spezzoni indelebili della loro vita. Un’azione tanto semplice garantirebbe un traguardo morale altrettanto rilevante: il rispetto della loro persona e della vita che hanno vissuto.