Vi sono crescenti evidenze che i fattori di rischio vascolare (VRF), quali la pressione alta, valori elevati di colesterolo, il diabete mellito, il fumo di tabacco e l’aterosclerosi, contribuiscano al declino cognitivo. Se e come il loro trattamento possa rallentare la progressione della malattia di Alzheimer (AD) rimane tuttavia incerto. Alcune indicazioni vengono da un recente studio osservazionale in cui sono stati valutati 301 pazienti con AD senza malattia cardiovascolare con età media intorno ai 72 anni, di cui il 70% erano di sesso femminile e che presentavano un decadimento cognitivo di grado lieve (punteggio medio al test Mini Mental State Examination [MMSE] pari a 21,6). Dei partecipanti allo studio, seguiti periodicamente per circa 2-3 anni, solo 21 pazienti (7,0% del campione osservato) non avevano VRF. Altri (n = 72 ovvero il 25,7 %) avevano VRF non trattati, la maggior parte (n = 119 ovvero il 42,5%) presentava alcuni VRF ed erano in trattamento farmacologico e 89 pazienti (ovvero il 31,8%) presentava tutti i VRF ed erano trattati. Alla valutazione iniziale i tre gruppi di soggetti che presentavano VRF erano simili per compromissione cognitiva, ma al confronto nel tempo, in funzione della progressione di malattia al MMSE, essi differivano significativamente. I pazienti con tutti i VRF trattati hanno mostrato un declino minore rispetto a quelli con nessun VRF trattato. Quelli con solo alcuni VRF trattati tendevano ad avere un declino intermedio. I dati dello studio non sono esaustivi, ma suggeriscono che la demenza non dovrebbe impedire il trattamento dei VRF. Ulteriori studi randomizzati e controllati sono necessari per confermare questa associazione.
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