Frisoni GB et al. (2010)
The clinical use of structural MRI in Alzheimer disease.
Nat Rev Neurol. 6:67-77.
L’imaging strutturale basato su risonanza magnetica è entrato a far parte integrante dei metodi di valutazione clinica dei pazienti con sospetta malattia di Alzheimer (AD). Misure di atrofia cerebrale con tecniche di imaging si sono dimostrate un valido strumento per la misurazione della progressione della malattia. Nello specifico l’atrofia delle strutture medio temporali (ippocampo e corteccia entorinale) si è dimostrata sensibile (73%) e specifica (81%) nel predire se pazienti con decadimento cognitivo di tipo amnesico convertiranno in AD. Se questi marker di imaging strutturale si accompagnano ai marcatori biologici presenti nel liquor cerebrospinale, come i livelli di proteina tau, l’accuratezza aumenta. Diverse tecniche di imaging strutturale vengono poi utilizzate per eseguire diagnosi differenziali tra i vari tipi di demenza non Alzheimer, inoltre l’utilizzo dei marcatori di progressione della malattia è importante anche per monitorare l’efficacia delle terapie farmacologiche sperimentali. Affinché i risultati tra i diversi studi possano essere comparabili, occorre la standardizzazione delle tecniche utilizzate, in modo da poter ottenere i valori normativi dei marcatori di neuroimmagine presenti nei diversi stadi della malattia.