De Boer B. et al. (2015)
Living at the farm, innovative nursing home care for people with dementia – study protocol of an observational longitudinal study.
BMC Geriatrics. 15:144.
Accanto al tradizionale concetto di cura (centrato attorno ai bisogni fisici del paziente istituzionalizzato) sta prendendo piede un modello di cura “psicosociale e familiare”. In questo modello, l’assistenza è dedicata a un numero limitato di persone (solitamente 6-8) con diversi tipi di problemi (difficoltà di apprendimento, problemi psicologici, demenza ecc) che vivono insieme 24 ore su 24 in contesti familiari il più simili possibile al contesto domestico. Qui l’assistenza e la routine quotidiana sono integrate: ciò significa che il personale assistenziale esegue compiti come cucinare e prendersi cura della casa, insieme ai pazienti poiché l’obiettivo di questo modello di cura è quello di permettere a questi ultimi di condurre il più a lungo possibile la stessa vita che conducevano prima del ricovero. Le fattorie di cura verde (green care farm), sono case di cura indipendenti dove sono importanti sia le attività assistenziali che quelle agricole. Tali strutture hanno lo scopo di promuovere il benessere sociale e mentale dell’individuo; sono nate in Olanda ma si stanno sviluppando in molti paesi europei: Norvegia, Francia, Italia, Belgio, Austria, Inghilterra, Germania e Irlanda. Alcune di queste strutture sono, a tutti gli effetti, fattorie con una grande produzione agricola mentre per altre, il fornire cura è la maggior fonte di guadagno ed i proventi derivanti dalla produzione agricola sono solo un sottoprodotto. I pazienti assisiti in queste fattorie, hanno l’opportunità di uscire all’aperto, di prendersi cura del giardino o degli animali, di svolgere attività domestiche, sociali e ricreative. Un recente studio ha indagato quali fossero gli effetti di questo tipo di assistenza sui pazienti e ha evidenziato differenze significative nelle attività della vita quotidiana delle persone residenti nelle fattorie rispetto a quelle dei pazienti ricoverati in altre strutture assistenziali. I risultati di questo studio hanno rimarcato quale punto di forza delle strutture assistenziali psicosociali, la molteplicità di attività proposte al paziente. Inoltre, la possibilità che queste persone hanno di svolgere variegate attività e l’alto livello di coinvolgimento in esse, così come l’impegno e lo sforzo fisico che queste attività comportano, permetterebbero ai pazienti di mantenersi più a lungo in forma e di godere di una qualità della vita migliore rispetto a quella riportata dai malati assistiti nelle strutture di cura tradizionali.